CBD e sport
CBD e sport: ecco cinque motivi per cui uno sportivo può trarre benefici dall’utilizzo del cannabidiolo.
1. Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.
Nate Diaz, campione di MMA, è un abituale consumatore di CBD: al termine di un incontro si è presentato in conferenza stampa svapando CBD, sostenendo, a precisa domanda di un giornalista, che ”aiuta il processo di guarigione, le infiammazioni e tutto il resto. Quindi fumo prima, dopo l’incontro e durante gli allenamenti”.
2. L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo.
Similmente ad integratore naturale, agisce attivamente sull’organismo modulandone le risposte attraverso un’azione sui recettori innati del nostro sistema endocannabinoide.
Ecco perché può essere molto utile per favorire il recupero soprattutto dopo allenamenti duri, gran fondo o mezze maratone, risultando quindi utile per runners e ciclisti.
3. Il sonno è il migliore degli allenamenti!
Per ogni sportivo infatti dormire bene è fondamentale, dalla qualità del sonno dipende la qualità degli allenamenti, un discorso che in generale potremmo applicare alla quotidianità di qualsiasi essere umano.
Le qualità ansiolitiche e muscolo-rilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, riequilibrando, se assunto con regolarità, il nostro equilibrio psicofisico.
4. Il CBD ha proprietà analgesiche.
Il cannabidiolo può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.
5. Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata.
L’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.
Come in tutti i casi sopracitati, entriamo però nel campo della soggettività, legata a diversi aspetti fisici e psicologici che confluiscono nel modo in cui il CBD viene metabolizzato e trasformato dal nostro corpo.
Concludendo, è una realtà oggettiva come il mondo dei professionisti stia guardando con sempre più interesse alle proprietà antinfiammatorie, neuroprotettive e muscolo-rilassanti del CBD, con la scesa in campo di atleti di primo piano che hanno attivamente supportato battaglia finalizzata all’utilizzo sempre più consapevole della cannabis in ottica terapeutica, in contrapposizione ai più classici oppiacei.
Se da un lato gli atleti sono sempre più consapevoli, segnali importanti arrivano anche in ambito regolatorio e legale, con importanti organi di controllo come la WADA che hanno recentemente depennato il CBD dalla lista delle sostanze dopanti.
“Il cannabidiolo non è più vietato” ha afferma un documento redatto dalla WADA e intitolato “Riepilogo delle principali modifiche e note esplicative, 2018 Prohibited List”.
Dal primo febbraio 2018 è stato ufficialmente rimosso il cannabidiolo (CBD) dalla lista delle sostanze proibite.
Rimangono tassativamente vietati gli altri cannabinoidi (di origine naturale o sintetica), ma viene escluso, in toto, il cannabidiolo (CBD).